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24 Febbraio 2018

Terza parte ,varie fasi di puliture a seconda della situazione di degrado del manufatto lapideo, principi fondamentali.

 

Oggi come anticipato nel precedente articolo, descriverò brevemente alcuni dei meccanismi di pulitura personalmente eseguiti.

In generale si tratta di impacchi acquosi da applicare sulla superficie da pulire impiegando, come materiale ispessante, polpa di carta (è opportuno accertarsi che si tratti di una polpa assolutamente priva di Sali solubili), cotone, oppure paste ad elevato potere assorbente come, per esempio, alcune argille quali lattapulgite o la sepiolite.

Cosa riesco ad ottenere utilizzando l’attapulgite?

Posso affermare che l’attapulgite ha la capacita di assorbire sia l’acqua che gli oli, il suo potere di assorbimento dell’acqua è particolarmente elevato, infatti 1000g di argilla possono assorbire 1500g di acqua senza subire alcuna variazione di volume

Esempio di applicazione di un impacco:

Si copre l’impacco con un foglio di polietilene ben sigillato ai bordi per evitare l’evaporazione dell’acqua e si lascia in opera il tempo necessario in base a prove preliminari eseguite, di solito 24/48 ore a temperatura ambiente.

Trascorso questo tempo si elimina il polietilene e si lascia che l’impacco, via via essiccandosi, si stacchi spontaneamente dalla superficie.

 

Si completa l’eleminazione mediante leggere spazzolature con pennelli morbidi e si lava accuratamente la superficie,  soprattutto su zone con accentuate croste nere, è necessario ripetere piu’ volte l’applicazione dell’impacco, inoltre se le analisi di laboratorio hanno evidenziato la presenza di sostanze grasse, è opportuno sostituire l’acqua con solventi organici studiati di volta in volta in funzione del composto da eliminare.

 

A grandi linee si può affermare che, per eliminare oli e grassi si può usare la butilammina oppure la trietanolamina, per le cere la trielina, per le sostanze bituminose o catramose le ragie minerali.

Alla prossima, quarta parte, con la Pulitura chimica, mediante soluzioni o sospensioni acquose ad azione solvente e complessante

Bibliografia:

G. Spadola – il restauro con prodotti chimici EPC libri 2005

Appunti Personali di Letterio Cannao

N.B: Le presenti note sono tratte dalla mia personale esperienza trentennale nell’ambito del recupero dei materiali lapidei.

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